Il rapporto tra lingua e territorio rappresenta un aspetto fondamentale per comprendere l’identità culturale di una regione. In Emilia-Romagna, i termini usati per descrivere i prodotti tipici rivelano molto delle radici culturali e linguistiche della regione. Analizzare queste denominazioni significa esplorare il legame tra tradizione, comunicazione e promozione del patrimonio gastronomico. In una prospettiva multilingue, la traduzione e l’adattamento di tali termini assumono un ruolo chiave nella valorizzazione internazionale dei sapori locali. A parlarci di questo tema durante il terzo incontro di Caffè Scienza, sono stati il Professore Jorge Torre Santos e la sua dottoranda Gloria Zanella.

Jorge Torre Santos è docente di Linguistica spagnola presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Le sue ricerche riguardano principalmente la linguistica e la cultura del mondo ispanico, con un interesse specifico per il contatto tra lingue e i processi di mediazione interculturale. Gloria Zanella, dottoranda sotto la sua supervisione nello stesso dipartimento, si occupa anch’essa di linguistica spagnola, approfondendo in particolare gli aspetti comparativi e multilingue del linguaggio.

Il progetto illustrato dal professor Jorge Torre Santos riguarda lo studio della terminologia, un settore della linguistica che analizza i termini e il loro impiego nei diversi ambiti specialistici. La ricerca terminologica si rivela tutt’altro che semplice, poiché l’analisi dei termini è spesso complessa e articolata. Essi possono essere formati da una sola parola, unità terminologica semplice, oppure da più parole, costituendo un’unità terminologica complessa. Questo campo di studi è relativamente recente e ha avuto origine negli anni Trenta del Novecento grazie al filologo austriaco Eugen Wüster, considerato il fondatore della disciplina. Con la sua teoria generale della terminologia, Wüster sosteneva che ogni termine doveva possedere un unico significato e un unico riferimento, secondo i principi della monoreferenzialità e del carattere monosemico. Tale impostazione mirava a eliminare ambiguità e a rendere più chiara la comunicazione tra specialisti. Un linguaggio terminologicamente preciso risulta particolarmente utile, ad esempio, in ambito medico, dove ogni termine indica un concetto univoco e condiviso da tutti i professionisti. Inoltre, la standardizzazione terminologica rappresenta un vantaggio anche per i traduttori, che possono contare su una corrispondenza chiara e stabile tra i termini. Oggi, numerosi uffici terminologici e banche dati online raccolgono glossari specializzati, strumenti fondamentali per garantire coerenza e uniformità linguistica a livello internazionale. Tuttavia, verso la seconda metà del Novecento, la teoria di Wüster fu oggetto di discussione e critica. Non tutti, infatti, condividevano l’idea che i termini potessero essere sempre definiti in modo univoco. Basti pensare al termine “terminologia” stesso, che può riferirsi tanto alla disciplina quanto alla pratica o ai prodotti derivanti da essa. La complessità di questo ambito emerge chiaramente quando si considera il ruolo del contesto comunicativo, che influisce in modo determinante sul significato di un termine. La terminologia, quindi, non è una realtà statica, ma un sistema dinamico e in continua evoluzione. Da questa riflessione è nata la teoria comunicativa della terminologia, sviluppata da Maria Teresa Cabré, che interpreta i termini non come semplici etichette linguistiche, ma come entità complesse, dotate di significato, funzione e valore all’interno di specifici contesti comunicativi.

Gloria Zanella ha poi approfondito nel dettaglio il progetto di ricerca “Sapori locali”, al quale sta lavorando insieme al professor Jorge Torre Santos. L’obiettivo principale è la realizzazione di un glossario multilingue dei termini che descrivono i prodotti tipici dell’Emilia-Romagna, tradotti in spagnolo, francese e rumeno. L’idea del progetto trae origine dall’Expo 2015, evento che ha evidenziato il forte interesse verso il settore agroalimentare, un ambito complesso che coinvolge la produzione, la trasformazione delle materie prime e la valorizzazione dei prodotti finiti. Questo settore riveste un ruolo centrale non solo per l’economia e per la diffusione dei prodotti locali, ma anche per gli aspetti giuridici e normativi che tutelano la qualità e l’autenticità delle denominazioni DOP, DOC, DOCG e IGP. Il settore agroalimentare è inoltre connesso alla salute pubblica e alla sicurezza del consumatore, poiché rende necessario garantire trasparenza e correttezza nelle informazioni sui prodotti. A ciò si aggiungono i legami con i settori della traduzione, della promozione turistica e della valorizzazione delle eccellenze territoriali, ambiti nei quali la terminologia gioca un ruolo chiave nella diffusione internazionale della cultura locale. Tenendo conto di queste dimensioni: economica, linguistica, culturale e comunicativa, è nato il progetto “Sapori locali”.  La finalità del glossario è offrire a un pubblico eterogeneo come turisti, studenti o semplici curiosi; la possibilità di consultare le informazioni sui prodotti tipici dell’Emilia-Romagna nella propria lingua, approfondendo definizioni, contesti d’uso e curiosità legate al territorio attraverso schede terminologiche. Oltre a fornire uno strumento linguistico, il progetto intende promuovere l’immagine di un’italianità d’eccellenza, valorizzando il patrimonio emiliano-romagnolo attraverso l’accesso multilingue. Il glossario mira, inoltre, a offrire una visione d’insieme del turismo enogastronomico regionale, evidenziando le eccellenze produttive dell’Emilia-Romagna e il loro potenziale attrattivo per i visitatori stranieri attraverso itinerari tematici come le “vie del gusto” dedicate, ad esempio, ai vini e i musei del gusto come quelli del fungo di Borgotaro, della pasta e del pomodoro o del prosciutto.

All’interno del glossario trovano spazio prodotti e denominazioni caratterizzati da un forte radicamento territoriale, vere e proprie “unicità gastronomiche”, che testimoniano il legame profondo tra alimento e territorio. Il gruppo di ricerca ha selezionato 53 prodotti contraddistinti dai marchi di tutela DOP, DOC, DOCG, IGP e PAT, seguendo gli elenchi ufficiali delle denominazioni italiane registrate presso l’Unione Europea e, per i vini, le liste pubblicate dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Vi sono prodotti legati a una città, come la coppa di Parma o l’aceto balsamico di Modena; altri associati a un paese, come la ciliegia di Vignola o il bianco di Castelfranco Emilia; e altri ancora che identificano un’intera regione, come la pera dell’Emilia-Romagna. Non mancano poi esempi di prodotti legati a elementi geografici specifici, come il riso del Delta del Po, o a zone collinari e denominazioni locali, come il Grana Padano, il Pignoletto, l’olio “Colline di Romagna”. Tra i prodotti più rappresentativi figurano l’aceto balsamico di Modena IGP e le sue varianti tradizionali DOP, gli oli di Brisighella e delle Colline di Romagna, il riso del Delta del Po, le ciliegie di Vignola e molti altri. A questi si aggiungono specialità di panetteria e formaggi come la coppia ferrarese, la piadina romagnola, il formaggio di Fossa di Sogliano, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e lo squacquerone di Romagna, nonché prodotti a base di carne come il cappello del prete, i ciccioli, la coppa di Parma, il cotechino di Modena e la mortadella di Bologna e molti altri. Le schede terminologiche del glossario sono state redatte inizialmente in italiano, lingua fonte del progetto, e successivamente tradotte in francese, spagnolo e inglese. Attualmente sono in fase di preparazione le versioni in tedesco, mentre le schede in romeno sono state sviluppate in collaborazione con il Centro di ricerca dell’Università di Craiova, con l’obiettivo di offrire una visione complessiva delle lingue romanze rappresentate nel glossario. Il progetto, successivamente, si evolverà nella creazione di una banca dati terminologica multilingue, destinata a valorizzare ulteriormente il lavoro svolto e a offrire uno strumento più efficiente e accessibile per la conoscenza, la tutela e la promozione del patrimonio enogastronomico dell’Emilia-Romagna.

L’obiettivo di questo progetto è duplice: valorizzare il territorio e costruire un database linguistico accessibile in più lingue, in grado di facilitare la conoscenza, la diffusione e la corretta comunicazione delle eccellenze enogastronomiche regionali. Il progetto prevede una fase preliminare di revisione, correzione e aggiornamento del prototipo del glossario “Sapori Locali”. Il materiale così rielaborato sarà poi integrato nella banca dati terminologica, che verrà ospitata sulla piattaforma FeelTerm, un tool già utilizzato per la gestione di banche terminologiche in altri settori specialistici. Le schede terminologiche rappresentano l’elemento centrale del lavoro. Esse si fondano sui principi della terminologia e si concentrano sugli aspetti extralinguistici legati ai concetti da nominare, in questo caso i prodotti tipici. Particolare attenzione è stata riservata alle espressioni comunicative, fondamentali per consentire all’utente di comprendere come usare il termine nel contesto, come pronunciarlo e quale significato esso assuma in diverse situazioni comunicative. In questo senso, la scheda costituisce la base del lavoro terminografico, poiché permette di descrivere in modo strutturato le informazioni relative a ciascun termine e di contestualizzarlo all’interno della realtà linguistica e culturale di riferimento. La costruzione del glossario ha seguito un metodo rigoroso. In un primo momento sono state individuate le denominazioni protette di interesse, successivamente verificate e confrontate attraverso fonti ufficiali, come i siti istituzionali delle regioni, i portali europei, le pagine di produttori e rivenditori e utilizzando il web come corpus di riferimento per la raccolta dei termini e dei testi. Ogni denominazione protetta è accompagnata da prestiti linguistici, calchi o omologhi funzionali, che consentono di spiegare il termine nella lingua di arrivo e di adattarlo ai diversi sistemi linguistici. Accanto alle forme ufficiali compaiono anche varianti terminologiche, che aiutano a comprendere meglio l’uso del termine nei diversi contesti. Ciascuna scheda comprende diversi campi: il termine analizzato, il dominio e il sottodominio di appartenenza, la categoria grammaticale, l’etimologia, la pronuncia e i riferimenti a dizionari online, per offrire fonti affidabili al consultatore. Sono inoltre presenti le definizioni, eventuali note esplicative, le varianti e i contesti d’uso, oltre agli equivalenti nelle varie lingue. Ogni scheda riporta infine gli autori, i revisori e l’elenco delle fonti utilizzate per la sua realizzazione, garantendo trasparenza e tracciabilità del lavoro terminografico. I prodotti sono organizzati in ordine alfabetico per ciascuna lingua, rendendo la consultazione chiara e immediata. In prospettiva, la banca dati derivata dal glossario “Sapori Locali” costituirà uno strumento linguistico di riferimento per la promozione e la tutela del patrimonio agroalimentare dell’Emilia-Romagna, oltre che un modello applicabile ad altri contesti territoriali e settori specialistici.

 “Sapori Locali” unisce linguistica, cultura e territorio, valorizzando l’identità enogastronomica dell’Emilia-Romagna attraverso un glossario multilingue. Ogni termine diventa strumento di conoscenza e promozione, capace di superare le barriere linguistiche. Il lavoro coniuga rigore scientifico e valorizzazione culturale, offrendo un modello di ricerca applicata per la diffusione internazionale delle eccellenze italiane.

Sapori locali. Valorizzare i prodotti dell’Emilia-Romagna in una prospettiva multilingue