Il grosso impulso tecnologico dovuto alle nuove scoperte scientifiche sta interessando moltissimi settori della vita umana, anche quelli meno facilmente intuibili. Lo sport è la frontiera a cui viene spinto il corpo umano ma in realtà anch’esso si appoggia alla scienza per la produzione di materiali, per il controllo medico e, infine, anche nell’allenamento sportivo. Anche lo sport quindi negli ultimi anni sta cambiando velocemente: si vede il cambiamento nelle prestazioni ma è solo la punta dell’iceberg dell’importante lavoro che si trova dietro. Anche nello sport è importante l’innovazione tecnoscientifica, mettendo insieme Università, industria e pratica sportiva.

È proprio in questo contesto che si è inserito Federico Schena, professore di Metodi e Didattiche delle Attività Sportive presso l’Università di Verona. Il professor Schena si è sempre occupato di sport, dal contesto familiare a quello professionale, e ha iniziato a studiarlo dal mondo della medicina. In sinergia con l’Università di Trento, il suo gruppo di ricerca in una struttura presso Rovereto studia il movimento sportivo con sistemi tradizionali che misurano la prestazione motoria (misurazione della frequenza cardiaca, della pressione, della temperatura, della saturazione di ossigeno) e con sistemi tecnologici innovativi che possono misurare la forza muscolare o la pressione plantare e sistemi di analisi del movimento dei corpi nello spazio con complesse combinazioni di videocamere.

Scorporare il movimento in tutte le sue componenti grazie alle strumentazioni permette di capire cosa migliorare. Un tempo questo poteva essere evidenziato solo dall’occhio dell’allenatore, che però può sbagliare e non si tratta solo di errori umani ma a volte è la stessa esperienza a frenare il miglioramento. Infatti, l’allenatore applica le sue convinzioni su tutti gli atleti allo stesso modo ma in realtà dal punto di vista della scienza ogni atleta è diverso. Guardando i numeri, si può quindi andare oltre le categorie fisse su cui si basano gli allenatori. Poiché inoltre tutto questo risponde ai criteri della scienza, sono stati pubblicati numerosi articoli scientifici che vanno ad analizzare i diversi aspetti.
La scienza diventa poi ancora più fondamentale in un sistema sportivo come quello attuale, in cui la quantità di attività sportiva agonistica è straordinariamente cresciuta e si gareggia in modo continuativo per settimane. È importante effettuare un monitoraggio quotidiano del carico di lavoro per arrivare al livello massimo tollerabile, che però non deve essere superato. Oggi l’eccesso di allenamento è uno dei principali problemi dello sport e per questo sono aumentati gli atleti fuori forma e gli infortuni.

Il professor Schena ha portato alla platea della serata di Caffè Scienza alcuni esempi degli studi che ha condotto. Ad esempio, nel biathlon, dove viene combinata la resistenza (nella parte di sci di fondo) e la precisione (nella parte di sparo con la carabina), è stato studiato il movimento nelle due condizioni. In particolare, si può analizzare il puntamento, studiando l’appoggio dei piedi, e ricostruire al computer la traiettoria nel momento della scelta di quando sparare. Uno dei limiti di questo studio è però che viene effettuato quando non sono presenti né gli avversari né il pubblico, due variabili che incidono moltissimo sulla prestazione sportiva. In un altro esempio, è stato portato avanti lo studio della Marcialonga per vedere i cambiamenti in termini di fatica centrale e di fatica periferica al km 1, 40 e 70. Il professor Schena si è inoltre dedicato allo studio di ambienti estremi, grazie alla costruzione di una stanza con una struttura climatica che può imitare la montagna in termini di temperatura (fino a -30°C) e di quota simulata (diversi gradi di ipossie). L’ipossia incide su aspetti cognitivi e, studiando l’accettazione del rischio a diverse ipossie, hanno dimostrato che in condizioni di ipossia gli individui maschili prendono decisioni più rischiose mentre gli individui femminili sono più conservativi. Questi studi sono molto importanti per capire che cosa bisogna insegnare, a chi e su quali argomenti insistere.

Il messaggio che il professor Schena ha voluto lasciarci è quindi che l’innovazione è importante, anche nello sport. Ma in questo settore che cosa serve davvero per arrivare all’innovazione? Atleti e ricercatori.

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